Le "Sei ore sotto le stelle" di Cinzia Spataro
Ho voluto provare questa gara dove i partecipanti corrono all'interno di un circuito nel porto di San Benedetto del Tronto, per sei ore consecutive.
Da una parte mi spaventava il pensiero di quanti interminabili e monotoni giri dovessero sobbarcarsi coloro che prendono parte a una simile competizione, dall'altra avevo il desiderio di una sfida nuova, soprattutto con me stessa, che mi ridasse l'opportunità di credere nelle mie possibilità.
La corsa è partita a mezzanotte ed è terminata alle sei di mattina; ormai da tanti anni non avevo più corso di notte ed è stato un riscoprire ancora una volta il mio corpo ed i suoi segnali.
Mi sono incontrata di nuovo con il mondo dei supermaratoneti, quelli che macinano continuamente chilometri e chilometri, quelli che portano avanti imprese mitiche senza vantarsene e per i quali non sono tanto importanti le prestazioni chilometriche e la competizione. Infatti da questo punto di vista la gara non ha niente di tutto ciò che caratterizza le manifestazioni podistiche a cui partecipiamo solitamente... né pacco gara, né premiazioni... ad un certo punto sono persino "sparita" dalla classifica, per la confusione, nonostante il chip, dovuta all'impressionante numero di "giri", di passaggi sul tappeto. Tra i partecipanti si instaura subito un clima di familiarità ed amicizia, con i parenti che aspettano gli atleti "attrezzati" con sdraie e copertine, per riposare ai bordi della strada.
Ma sicuramente un'impresa del genere ha un altro sapore. Quando la luce inizia a rischiarare noti il sorriso sul volto di tutti i partecipanti... non so se per effetto dello sforzo compiuto, o per una sorta di "follia collettiva", o per la soddisfazione di aver compiuto l'ennesima impresa. E' anche questa la forza del variopinto mondo della corsa di cui sono innamorata.